
IL DESIDERIO NON È POSSESSO, MA DONO — parte 1

IL DESIDERIO NON È POSSESSO, MA DONO — parte 2
LUCIA, TU TERENTIA ES

Un messaggio sul gruppo WhatsApp “PB LATINO” mi informa che da oggi, nel corso di propedeutica della lingua latina, io sarò Terentia, matrona, Titi Calpurnii uxor.
Con me ci saranno Beatrice, in arte magistra Beatrix (che conserva il suo nome poiché, raro esempio di nome femminile di terza declinazione, le tornerà utile più avanti), e
poi Placidus, Drusilla, Gaius, Barbara, Quintilla e infine Rufus, Colossei feles, mascotte del corso.Mi piace tantissimo l’idea di impersonificare un personaggio che ci accompagnerà per tutto il corso, l’ilarità dei miei compagni davanti ai loro nuovi nomi, come potete ben immaginare, non si spreca.
Sono stata invitata un po’ per gioco, perché Beatrice e io siamo convinte che introdurre nel gruppo un adulto che si metta al pari dei ragazzi, possa spronarli a seguire con serenità e impegno un corso di latino che, oltre a suonare pregiudizialmente ostico, si svolge all’ultima ora della sera, quando il loro unico pensiero è correre a casa e andare a vedere una puntata della serie tv preferita.Per fortuna, il mio status di adulta mi esenta dal fare i compiti per casa, ma non riesce a rimuovere quella tensione inconscia che mi accompagnerà per tutta l’ora. In classe siamo tutti uguali e io non vengo sottratta alle domande della maestra, nonostante celatamente cerchi di implorarla, con il mio faccino già in fiamme per l’imbarazzo, di risparmiarmi da una brutta figura.
Placidus si barcamena, senza grande successo, nella trasposizione dei complementi dell’analisi logica nei casi del latino e alla fine confessa: ho chiesto a un mio amico liceale di aiutarmi con i compiti per casa ma lui, pur studiando latino, ha cercato su google.
Ci siamo: GOOGLE il protettore degli studenti! In questi casi, caro Placidus, affidarsi a google è come lanciare una monetina, sperando di beccare il 50% delle possibilità di vittoria e, mi spiace per te, stavolta gli dei ti hanno voltato le spalle.
La maestra Beatrix lo consola, scompigliando la sua folta chioma riccia e passa a Drusilla, Placidi et Gaii soror. Con due fratelli di questo calibro, anche se solo nella finzione, lei è l’unica a tenere alto il nome della famiglia e, con fierezza e determinazione, supera la sfida con gli esercizi per casa in maniera brillante.
Non faccio in tempo a gioire per i successi di Drusilla, che arriva il mio turno. Mantengo un certo contegno ma sento già le guance infuocarsi e, come il più impaurito degli studenti, butto l’occhio sul quaderno del mio vicino di banco, sperando di trovare la risposta giusta, ma il destino si fa beffe di me, mi trovo accanto a Gaius, Placidi frater, adulescens, il più brontolone della classe che i compiti proprio non li ha fatti e, con un pizzico di provocazione, ci informa che ne ha già tanti per la scuola e non intende pertanto svolgere anche quelli di latino, essendo questa una materia che studierà solo l’anno prossimo. Fa sempre così, in ogni attività, ma poi viene ed è uno dei più bravi e probabilmente quello che si diverte di più.
Mi tiro su ben dritta sulla sedia e senza esitazione rispondo, per fortuna correttamente.