
REQUIEM DI MOZART — parte 2

IL RITRATTO DI DORIAN GREY — parte 1
IL COSTO DELLA CORSA

Il tassista bolognese che ha conseguito due lauree, che ha studiato perché voleva, trascrivo fedelmente, provare a conoscere e interpretare il mondo ma senza nessuna specifica ambizione professionale collegata allo studio; che mi racconta di questi traguardi con giusto e comprensibile orgoglio e senza gli accenti amari che possano tradire il desiderio di rivalsa di un uomo che non ha intrapreso una carriera intellettuale, senza un rancoroso sedimento di frustrazione sociale e comunque non racconta subito, perché prima mi chiede, con una curiosità schietta e cortese che non risulta invadente, quale sia il motivo della mia visita nella città delle Due Torri e di cosa mi occupi; che mi pone domande intelligenti e tese a comprendere sul mondo del commercio del libro in cui lavoro da molti anni, domande che possono scaturire da una mente sgombra e aperta e cui non fanno seguito le considerazioni a casaccio e a briglia sciolta che chiunque abbia letto almeno trenta libri si sente in diritto di pronunciare in merito a faccende editoriali, venendo così a somigliare a quegli avventori dei bar dello sport discettanti intorno alle questioni calcistiche dall’alto di improbabili quanto granitiche convinzioni; che mi precisa di guidare il taxi ormai da parecchi anni e di essere intenzionato, con un po’ di fortuna, a farlo ancora a lungo, perché quel mestiere gli piace, costituisce una sorta di oblò in movimento affacciato sull’esistenza e gli concede varietà di incontri oltre che ovviamente un’impagabile libertà, quest’ultima necessaria per un individuo come lui dal carattere, va ammesso, non facile, visceralmente insofferente ad autorità, regole troppo ferree e circostanze statiche; che aggiunge di aver suggerito ai propri figli di seguire inclinazioni e passioni senza fare tanti calcoli per il futuro, senza tracciare linee troppo dritte e pragmatiche fra il presente ed eventuali sbocchi professionali, perché le passioni sostengono l’esistenza e questo invito rivolto ai suoi due ragazzi mi pare si accordi, in un’associazione mentale forse bizzarra, con la generosità delle forsizie che offrono il loro giallo brillante dentro gli spazi urbani ai lati del nostro itinerario; che una volta giunti a destinazione, arrotonda con un piccolo sconto il prezzo della corsa perché la nostra conversazione si è rivelata interessante e fa questo, a mio parere, in modo per nulla naif bensì calcolando in qualche modo un beneficio ricevuto, valutando anche in termini economici una transazione impalpabile e immateriale; che mi saluta e se ne va scanzonato, pellegrino stravagante soddisfatto del percorso e del terreno sul quale si posano i suoi passi.
Nota sull’autore
Giovanni Granatelli è un poeta milanese, da sempre amico prezioso della Piccioletta Barca, dove più volte ha raccontato ai ragazzi l’affascinante e complesso mondo della composizione poetica. Ha pubblicato diversi volumi di versi, tra i quali Giuramento (2009), Musica questuante (2014), Un tentativo di gioia (2021), aggiudicandosi significativi premi letterari. Nel 2020 ha pubblicato Spostamenti, prose e racconti di viaggio.
Alla Piccioletta barca dona brevi racconti inediti che risuonano in sintonia perfetta con lo spirito dell’associazione.