
C’ERA UNA VOLTA LA SCUOLA MEDIA — capitolo 3

BIBLIOTECA BAGGIO: COME RENDERE AMICI LIBRI E RAGAZZI
PETER PAN — parte 2

Il futuro è una realtà che al giovane Peter sfugge fin dall’inizio della sua vita. Il primo libro scritto da James Barrie nel 1902 si intitolava L’uccellino bianco, (The little white bird), ebbe straordinario successo tanto che i capitoli centrali dell’opera vennero ripubblicati con il titolo di Peter Pan nei Giardini di Kensington. La storia, una sorta di mito delle origini, è ambientata a Londra nei Giardini di Kensington, dove, su un isolotto in mezzo al lago, vive il corvo Salomone, che sovrintende alle nascite. I bambini, infatti, prima di diventare tali, sono degli uccellini che il corvo invia nelle case dove poi cresceranno. Ogni neonato, quindi, conserva per sempre alcune caratteristiche dell’uccello che è stato fino a poco tempo prima. Peter è un neonato di sette giorni: dopo aver sentito i genitori discutere sulla vita adulta, decide di volare via dalla finestra aperta della cameretta e tornare così da Salomone: il neonato non è più un uccello, ma, essendo fuggito via dalla sua nuova casa, non è ancora un bambino fatto e finito. Per questo motivo, Peter si trova in una specie di limbo e non può più muoversi dall’isolotto perché la scoperta della verità lo ha privato della capacità di volare. Quando, riuscendo ad attraversare il lago, Peter si riaffaccia al mondo degli uomini, ne rimane affascinato e, per questo, chiede di rivedere la madre. Perdendo tempo nell’incertezza che lo trascina fra il desiderio di essere uomo e quello di continuare a volare, quando infine si accosta alla finestra, che per lungo tempo era rimasta aperta in attesa del suo ritorno, è troppo tardi e la trova sprangata, mentre la mamma stringe nelle sue braccia un nuovo neonato. Deluso, Peter Pan torna ai Giardini di Kensington e decide di vivere lì come un bambino per sempre.
L’immagine della finestra, aperta o chiusa, torna con un ruolo fondamentale anche nella storia che tutti conosciamo, tratta dal romanzo Peter Pan, o il ragazzo che non voleva crescere. Attraverso una finestra aperta, Peter entra, inatteso, nella vita della famiglia Darling e, attraverso lo stesso varco, Wendy e i fratelli volano con il ragazzino verso l’Isola-che-non‑c’è, dove i bambini non diventano mai grandi, teatro di avventure fantastiche. Accorgendosi che Peter continuamente si distrae, scordando i suoi amici e lasciandosi conquistare da circostanze sempre nuove e, al contempo, che i suoi fratelli stanno dimenticando la casa e la famiglia, Wendy fa un lento e sapiente lavoro di memoria. Perché Wendy, lo abbiamo detto, è il vero eroe di questa favola, l’adulto, la persona positiva.
È lei che intesse quella lunga operazione di memoria che fa crescere: lei sa che la finestra di casa sarà sempre aperta, la finestra della sua relazione importante. Ed ecco quello che per noi rappresenta il nucleo dell’opera: questa fiducia, lungi dall’essere un sentimento puerile, un affidarsi alla mamma perché la mamma è sempre buona, è una scelta ben precisa! Tu devi scegliere che ci sia qualcuno nella tua vita la cui finestra sarà sempre aperta per te.Scegliere di credere che la finestra di qualcun altro sia aperta è un atto di affidamento totale e quindi di crescita. Non si tratta di impegnarsi a tenere la propria finestra aperta per qualcuno, ma di impegnarsi a credere che la finestra di qualcun altro sarà sempre aperta per noi; si tratta di tornare con la memoria alle relazioni fondanti, all’origine della relazione, al suo nucleo senza farsi trascinare dagli eventi.
Con Peter Pan, il desiderio è arrivato a un bivio: memoria o capriccio.
Il desiderio è una cosa grande e importante della vita solo se si alimenta di memoria. Peter Pan non si ricorda niente, compie sempre lo stesso pezzo di cammino, cioè il primo, il più emozionante, non è responsabile e per questo non riesce a crescere. Era pur arrivato davanti alla finestra della mamma, l’aveva pur trovata aperta la prima volta, ma il desiderio di farsi un altro voletto nel cielo londinese lo aveva distratto: vola di qua, vola di là, il tempo era passato e la finestra al suo ritorno era chiusa, condannandolo all’eterna gioventù! Il desiderio senza memoria e senza responsabilità non è nulla o, peggio ancora, è capriccio dannoso che fa percorrere sempre un identico pezzo di strada: quello che porta fino alla noia per il giocattolo nuovo e ne fa cercare un altro.
La mancanza di memoria ferisce l’altro e non solo lo elimina ma si fa anche eliminare da lui. La memoria, al contrario, aiuta a scegliere che una relazione è sicura, che una finestra è sempre aperta e spinge, di conseguenza, a investire sull’altro. Diventare grandi vuole dire essere sicuri di chi ci sia al di là della finestra.
Wendy sa che ci sono i suoi genitori, parla di loro ai suoi fratellini che ben presto esprimono il desiderio di tornare a casa. E Wendy sa talmente bene chi ci sia dall’altra parte della finestra, che si porta dietro tutti i bambini sperduti: sa che i suoi genitori non li rimanderanno indietro e infatti i bambini vengono adottati.
Peter Pan è l’unico ad aver paura di diventare grande e se ne torna da solo alla sua isola. Anni dopo, però, vola a far visita a Wendy, ormai cresciuta, madre della piccola Jane. Peter soffre sentendosi sostituito nel cuore di Wendy che, rivelandosi una volta ancora vera protagonista della storia, permette a Jane, affascinata dal bambino volante, di partire con Peter e di fargli da mamma, proprio come aveva fatto lei. Ricorda tutto Wendy e, per questo,sa che Jane ritornerà, sa che quella “seconda stella a destra”, proprio come quella dei Magi, rilancerà il desiderio di generazione in generazione senza mai esaurirlo…