
LA SCELTA DEL DIFFICILE. CARI GENITORI,…

UTOPIA: LA GIUSTIZIA E’ LOTTA ALL’INDIFFERENZA
LETTURA AD ALTA VOCE: DALLA DIDATTICA A RITO COLLETTIVO

Se chiedeste a un grande lettore perché legga, certamente vi risponderebbe che leggere è bellissimo, nutre la mente e lo spirito, ti porta a viaggiare in mille mondi, ti fa incontrare le emozioni profonde, è un modo per non sentirsi mai soli, regala parole ricche da portare quando si è in compagnia, un libro è un amico che accompagna per una vita intera.Chi, invece, ha meno confidenza con la lettura sosterrà che leggere è faticoso, richiede grande concentrazione, è talmente impegnativo da non riuscire a coglierne il bello.
Entrambi hanno ragione. Leggere è un atto che richiede impegno e fatica, anche fisica (la nostra vista non è fatta per rimanere mirata a lungo su un punto e decodificare un testo impegna diverse aree cerebrali in operazioni di decodificazione e di ricerca di senso) ma è anche una straordinaria forma di libertà, conoscenza e sì, divertimento, che si manifesta nel momento in cui leggere diventa talmente naturale, consolidato, quotidiano, da non percepire più la fatica, ma solo il piacere del libro.
Come possiamo aiutare chi avverte solo la fatica a trovare nella lettura la parte più bella di scoperta, curiosità e viva immaginazione?
Leggere è, spesso, quasi sempre, un momento personale, che ognuno vive separatamente, secondo tempi e spazi del tutto discrezionali, tuttavia, esiste una forma in cui la lettura può assumere un senso più ampio: la lettura ad alta voce.
Lettura ad alta voce e bambini
Il primo pensiero è sicuramente quello del genitore che legge al bambino. Lo fa per intrattenerlo, lo fa per condividere un momento insieme, fatto di parole, di vicinanza, di emozioni consonanti, ma in quel gesto c’è, anche inconsapevole, una importante ricaduta psicologica e cognitiva. Il bambino impara parole, espressioni, modalità narrative, che, già prima dello sviluppo del linguaggio, lo avvicinano alla lingua e alle possibilità del dire. Talmente importante questa fase di iniziale confidenza con la parola, che negli Stati Uniti, già a cavallo tra Anni Ottanta e Novanta, sono nate iniziative per incentivare i genitori a leggere ai figli. La prima è stata “Reich out and read”, cui è seguita l’altrettanto famosa “Born to read” che a portato a fondare in Italia nel 1999 “Nati per leggere”, con analoghe corrispondenti nel Regno Unito, in Germania, Spagna, Svizzera e Croazia.
Con l’ingresso alla scuola primaria, il rapporto con il libro cambia. Non più una voce adulta narrante, ma è il bambino stesso a essere chiamato a farsi interprete della parola scritta e accade che, nel dover mettere in campo la propria voce, egli possa incontrare delle difficoltà: il timore del giudizio, l’esitazione nella lettura, la timidezza, l’ansia da prestazione, i tempi di apprendimento che possono essere un poco più lunghi. E la lettura diventa un disagio. Accanto all’impegno degli insegnanti, al sostegno dei genitori, possono esserci opportunità che aiutino i bambini a vivere meglio il momento della lettura ad alta voce. E’ il caso dei programma READ Dog, che dal 1999 promuove, negli Stati Uniti, progetti di miglioramento delle competenze nella lettura nei bambini, con il supporto di cani. In Italia il programma è portato avanti da READ Italia che, insieme alla Piccioletta Barca, ha attivato alla Biblioteca di Baggio una serie di incontri per i piccol tra gli 8 e i 10 anni, per vivere l’esperienza della lettura ad alta voce con un amico speciale come un cane, che ascolta con attenzione, con empatia e senza giudizio. L’esperienza ha toccato le corde dei bambini, che hanno partecipato numerosi, ma anche dei genitori, molto colpiti da questa possibilità di dare sostegno ai loro figli.
Più si procede nel corso di studi, più si perde l’abitudine alla lettura ad alta voce, che, invece, andrebbe riscoperta.
Lettura ad alta voce come strumento didattico
I ragazzi che frequentano il nostro Centro di cultura, tutti studenti della scuola media, sembrano quasi avere timore del suono della loro voce nello spazio. Anche quando vogliono parlare, quando sanno le risposte o vogliono esprimere un’opinione, sussurrano, il coraggio della mano alzata sfocia in voci dal volume sottile, adatto ad uditi fini. Leggere ad alta voce, allora, è un modo per prendere l’abitudine ad ascoltarsi, per allenare i volumi, per praticare quell’atto cosi poco riconosciuto, ma cosi importante nella comunicazione, che è l’articolazione delle parole. Leggere ad alta voce permette di migliorare competenze che saranno utili nelle esposizioni orali, non solo arricchendo il lessico, ma rafforzando le capacità espressive. Nelle ore di sostegno scolastico, i ragazzi che lavorano con noi sono chiamati a leggere racconti e testi ad alta voce, che è un modo per verificare anche la corretta comprensione di quello che si legge: il ritmo, le pause di punteggiatura, i respiri corretti, tutto contribuisce a dare senso. Leggere ad alta voce aiuta a rinforzare i concetti. Del resto, anche nella più banale esperienza pratica quotidiana, non è capitato anche a voi di leggere ad alta voce le istruzioni di un apparecchio nuovo per sincerarvi di averle ben comprese?
E più si diventa forti nella lettura, più se ne coglie la bellezza.
Lettura ad alta voce come esperienza collettiva
La lettura ad alta voce, poi, negli ultimi anni è diventata protagonista di veri e propri riti collettivi. Chi si ricorda le aule e le piazze piene ad ascoltare Dante letto da Sermonti o da Benigni? Si moltiplicano nelle città le maratone di lettura, dove agli attori e a chi di mestiere vive e parla con i libri si uniscono i lettori comuni, volontari che condividono il piacere della lettura mettendoci la voce. Così, la voce torna ad essere strumento antico di tradizione e cultura, capace di creare piazze in cui ascoltare narrazioni comuni, che tessono il senso dello stare insieme. Questa forza evocativa e aggregante ha trovato amplificazione sui social, dove, soprattutto dopo l’esperienza dei look down da Covid, si moltiplicano i progetti di lettura ad alta voce. Come Piccioletta Barca abbiamo più volte aderito alle chiamate lanciata su Instagram da Lettura Day, che invita a condividere letture su un tema dato, ogni giovedì e siamo stati noi stessi promotori di un appello per la pace che, da febbraio 2022, per qualche mese, ha proposto incipit di grandi romanzi che sono appelli di riflessione sui conflitti e sulla pace, letti da volontari della nostra associazione.
La lettura ad alta voce è anche questo: prendersi cura della realtà, prendersi cura dell’altro. Leggi per chi ti ascolta, leggi perché chi ti ascolta possa entrare con te nelle parole, nel racconto, nell’emozione. Durante il nostro campo estivo, i ragazzi vengono raccolti, la sera, per leggere tutti insieme un romanzo che viene donato loro all’inizio della vacanza. E’ un momento di concentrazione, di vicinanza, di attenzione l’uno per l’altro: sera dopo sera, i ragazzi si passano la voce, ognuno si impegna nel compito di narratore e il libro, che non può certo essere finito nei pochi giorni insieme, diventa il compagno della lettura estiva, che tutti li accomuna, che a tutti ricorda il tempo passato insieme.
La consapevolezza della parola, della parola che descrive e costruisce il mondo, che spiega, che insegna, che interroga, che unisce e lega, che libera e rende possibile e spinge alle estreme frontiere dell’immaginazione può iniziare ad essere costruirà proprio dalla lettura ad alta voce. Da cui possono nascere piccoli gesti, come leggere per i nonni, ricambiano il gesto di affetto di quando si era bambini, o leggere i libri per le biblioteche dedicate ai non vedenti: si può diventare donatori di voci per progetti come “Libro parlato”. Progetti sociali, antesignani degli ormai popolarissimi audiolibri. Storytel, Audible e “Ad alta voce” di Rayplay Sound, sono immense librerie online, ricche di ogni genere di romanzo e timbro vocale. A dimostrazione che dall’uso della voce può nascere la passione per la lettura.