
SAREBBE COSI’ SEMPLICE LA PACE…

QUANTO VORREI DIVIDERE A META’… (dalla lettura de Il Visconte Dimezzato di Italo Calvino)
DISCORSO DI INIZIO ANNO DEL PRESIDENTE. Ai ragazzi dell’Accademia

Cari ragazzi, ci piace aprire la prima Accademia di ogni nuovo anno con un breve discorso del presidente, che riprenda e sottolinei i motivi del nostro stare insieme qui ogni sabato mattina a leggere, pensare e dialogare.
Ogni anno, insieme a Roberto, riordino i tanti pensieri ed elaboro un intervento. L’ho fatto anche quest’anno, poi è successa una cosa che mi induce a dare un nuovo inizio alle mie parole.
Giovedì, l’altro ieri, ho trascorso quattro ore qui nella nostra sede accogliente, ho fatto con gioia le mie lezioni, cominciando con il latino e terminando con il Convivio dei piccoli, sempre dolce e interessante. Sono uscita, dando il cambio a Marcello e al suo gruppo di musica di insieme. Sono uscita… e non ho trovato più la mia macchina. Me l’hanno rubata. Sono un po’ arrabbiata ora, ma sono più triste che arrabbiata e voglio condividere con voi i tre motivi che mi stanno facendo soffrire, in ordine inverso di importanza.
Il primo è la perdita materiale: non ho più una macchina che aveva un valore e mi ritrovo a piedi.
Il secondo è la perdita affettiva: la mia macchinina mi era stata donata da tutta la famiglia nel giorno del mio cinquantesimo compleanno; era mia, rossa come la desideravo, e io la tenevo con cura, la lavavo e la profumavo regolarmente; i miei figli e i miei nipoti hanno tutti imparato a guidare sulla mia macchinina, che aveva anche un nome…
Ma la cosa che più mi addolora è che sia stata rubata qui. Questo è un posto che amo molto, che ho cercato e scelto con tanto pensiero e tanta passione insieme ai miei soci. Questa periferia di Milano è una zona un po’ difficile, un po’ pericolosa persino in certe sue vie; è un luogo talvolta buio e noi siamo venuti qui per accendere una luce: un centro di cultura per ragazzi è luce!
L’essere stata derubata proprio qui mi ha piuttosto turbata: subire del male in un luogo di bene è doloroso.
Venerdì, ieri, Roberto e io abbiamo lavorato tutto il giorno per preparare l’accademia di oggi, ma per me è stata una giornata spiritualmente e interiormente molto difficile. Vi racconto tutto questo per dirvi che chi ruba le macchine non è colto! Quando giovedì sera stanca, congelata, avvilita sono tornata a casa in autobus, mia figlia di vent’anni mi ha consolata e invitata a riflettere sulla miseria delle persone responsabili del furto, sulla tristezza di queste persone che trascorrono la loro vita così, facendo del male.
La miseria dell’animo non ha a che fare con la ricchezza o la povertà, ma certamente ha a che fare con la non cultura.
Attenzione ragazzi: non si nasce ladri di automobili, come non si nasce poeti né scienziati! Se si ruba da adulti vuole dire che c’è stato un problema da ragazzi: chi è capace di rubare una penna a un compagno di scuola, dieci euro nel portafoglio della mamma, nel tempo diventerà capace di rubare le macchine; chi è capace da piccolo di fare inutilmente male a un animaletto, come vediamo accadere ultimamente, da grande sarà capace di fare del male agli uomini, senza neanche rendersi conto di come sia giunto a tanto… A fare il male si impara.
Questa zona si sta molto impoverendo umanamente.
L’unica via d’uscita è la cultura!
Chi è colto, profondamente colto, non ruba, né macchine né altro; chi è colto non picchia le donne, né le uccide; chi è colto non picchia, né fa la guerra. E si diventa colti studiando, certo, ma anche stando con persone buone e migliori di noi. Più l’asticella è alta, più si diventa migliori.
La Piccioletta barca è una opportunità, una delle opportunità che la vita vi sta offrendo.
Oportunitas è parola latina – l’ho spiegato proprio giovedì nella classe di latino – formata dalla preposizione ob, che indica un moto a luogo, e dal sostantivo portus che significa porto, come potete intuire: il porto, quando si naviga, è un luogo sicuro, è la mèta agognata, dove si arriva con sollievo, dopo tanta fatica, dopo aver corso pericoli magari, è un luogo di calma esteriore e interiore…
Quindi opportunità è andare verso un luogo sicuro. Cogliendo un’opportunità, voi andate verso questo porto sicuro. Dovete percorrere il cammino con le vostre gambe, c’è una strada e questa è esattamente la ragione per cui noi stiamo qui, per mostrarvi la strada. Questo cammino lo dovete fare voi: chi incontra la PB non può essere come chi non la incontra! Se avessi davanti la persona che ha rubato la mia macchina — dopo un bel cazzotto, magari — gli chiederei il perché, quale sia il suo problema.
Questa persona molto probabilmente ha avuto una vita in cui qualcosa non ha funzionato nel verso giusto, e sicuramente non ha incontrato qualcuno che gli abbia parlato di cultura, abbia cercato di trasmettergliene la passione, lo abbia incoraggiato e gli abbia dato fiducia.
Quindi chi viene qui e ha incontrato la nostra passione, il nostro desiderio, la nostra scommessa o è diverso da prima, o è diverso dagli altri ragazzi, o non serve che venga. Siate diversi dagli altri e ricordatevi che chi conoscesse tutta la Divina commedia a memoria e sapesse tutta la matematica del mondo ma non avesse cura delle cose altrui e delle relazioni, non conoscesse il rispetto, non si sentisse responsabile del bene del mondo, non varrebbe proprio nulla! Chi viene in Pb e non migliora, badate, è più responsabile di chi non viene.
Quando venite, venite seri, sorridenti, venite con gioia, perché state imparando ad andare verso un porto sicuro, la cultura, dove dovrete arrivare con le vostre gambe: noi siamo qui a indicarvi la via e a camminare al vostro fianco.
Capita di essere stanchi e demotivati, capita di non avere voglia, ma quando non avete voglia, fatevela venire per gli altri! Non avere voglia è una condizione passeggera, capiterà, ma c’è una cosa bellissima che si chiama responsabilità che significa muoversi in risposta agli altri che stanno domandando e aspettando. La passione nasce se la si coltiva con amore e pazienza. Se è vero che si impara lentamente a fare il male, fortunatamente è vero che si impara anche a fare il bene, soprattutto quando qualcuno ce lo insegna quotidianamente: fare il bene significa avere cura di sé e degli altri e del mondo; curare le relazioni, avere rispetto, rispondere agli appelli della vita.
Iniziamo un anno che avrà appuntamenti bellissimi: rispondete!
Durante il mese di gennaio, organizzeremo le elezioni dei rappresentanti: cercheremo di lavorare con loro e con tutti voi ancora di più e meglio dell’anno scorso per fare del nostro centro un posto sempre più bello per noi e per chi è fuori da quella porta.
Questo quartiere ha bisogno di persone luminose: siate voi la luce di questo quartiere!