
L’ENERGIA DELLA NATURA (parte 2)

RHAPSODY IN BLUE: L’ENERGIA DI UNA METROPOLI E DI UN’ORCHESTRA
LEGGERE OLTRE LE PERCENTUALI

Italiani popolo di santi, poeti e navigatori: ma quanti sono i lettori?
A questa domanda viene incontro il grande lavoro dell’Istat che, a fine 2023, come ogni anno, ha presentato i dati su editoria e lettura e la percentuale di italiani che abbiano letto almeno un libro per il puro piacere di farlo, senza essere costretti dalla scuola o da ragioni professionali, è scesa di oltre l’1%, passando dal 40,8% del 2021 al 39,1% del 2022.
Trilussa metteva in guardia: le statistiche sono quella cosa per cui se io mangio due polli al giorno e tu nessuno, mangiano in media un pollo al giorno per ciascuno. Ma persino lo scrittore romano avrebbe poco da ironizzare sulla quella che sembra una piccola percentuale e che, tradotta in cifre sulla popolazione, produce ben diversa risonanza: 840 mila lettori in meno in un anno. Tantissimi. Un quadro che ci porta indietro di ben ventidue anni.
A questo calo fa da curioso contraltare il dato relativo alla crescita dell’offerta editoriale: nel 2022, sono aumentati sia i titoli pubblicati (+1,3% rispetto al 2021) sia le tirature (+1,7%). Nel complesso sono state pubblicate ben 86.174 opere librarie a stampa, cioè su carta.
Può sembrare una contraddizione, ma ricordiamoci che gli italiani sono, appunto, poeti e scrittori pieni di speranza: e, forse, non solo loro: il 14% dei libri in commercio sono autopubblicati. E chissà quanti, prima di lanciarsi nell’impresa, hanno letto “Cose spiegate bene. A proposito di libri” (Iperborea) per capire gli aspetti del mercato editoriale meno noti ai non addetti ai lavori: non molti, considerando la molle dell’invenduto (44,9% del totale).
Le percentuali cercano consolazione tra i lettori forti, quelli che leggono almeno un libro al mese e che, pur rappresentando una porzione assai ridotta della popolazione (6,4%), sono cresciuti di otre 4 punti percentuali. In questa nicchia di bibliofili, spiccano le donne, potenti lettrici anche da ragazze, tra gli 11 e i 14 anni, età in cui i colleghi maschi leggono al massimo tre libri l’anno.
Numeri che scattano fotografie di un atto, quello del leggere, che ha un valore che travalica i confini dei darti percentuali. Leggere non è solo un modo per studiare; non è solo una via per viaggiare in mondi lontani, pur rimanendo a casa; non è solo l‘intelligente stratagemma per affrontare i viaggi in treno o le code alla posta: non è solo la compagnia delle ore lunghe, come sanno bene gli over 60, che nella categoria dei lettori forti fanno da traino. Leggere tiene viva la mente, tiene attivo il cuore, coltiva l’attenzione all’altro da sé, insegna l’incontro, arricchisce il pensiero, potenzia il vocabolario, facilita il dialogo tra culture, stimola la curiosità, nutre la capacità di guardare all’umano . Dal punto di vista della Piccioletta Barca, leggere è un atto necessario.
Questo vogliamo trasmettere ai ragazzi. In ogni percorso intrapreso, che sia l’accompagnamento scolastico o l’Accademia o il Centro di cultura musicale, i libri sono sempre protagonisti. Dai libri si parte per imparare a parlare e a scrivere bene, i libri sono i compagni della riflessione sulla parola dell’anno in Accademia, sono al centro dei momenti di lettura nelle vacanze, sono citati, consigliati e letti insieme.
Ma è davvero così difficile leggere per un ragazzo? La risposta prevalente sembrerebbe essere sì.
Molti accusano i social di aver allontanato dalla lettura.
Nel 2022 una ricerca, portata avanti dalla Saatchi & Saatchi MEA e Publicis Group con la collaborazione di Kinokuniya, ha analizzato i dati sul tempo trascorso in rete, sui vari social media. Prendendo spunto dai risultati, è nata “Think you don’t have time to read?”, installazione provocatoria di Tahaab Rais, responsabile della strategia di Publicis Group, per mostrare quanti libri si leggerebbero in un anno, se si impiegasse nella lettura lo stesso tempo trascorso sui social.
Senza demonizzare spazi e strumenti che certamente hanno un potenziale utile, non si può non notare che, per il tipo di interazione continuativa che generano, mangiano molto del tempo quotidiano. Non meno, poi, occorre fare i conti con l’impatto cognitivo di questi strumenti, la cui fruizione sta riducendo sempre di più la soglia dell’attenzione, per cui tutto si consuma in manciate di pochi secondi; mentre sappiamo bene che la lettura è un tempo lento, richiede concentrazione immersiva, capacità di stare, pazienza nel seguire gli sviluppi di una storia.
Viviamo nella società dell’immagine, che rischia di andare a discapito dell’immaginazione. L’immaginazione è lo scarto lungo il percorso, la svolta improvvisa del pensiero verso qualcosa che gli altri non hanno visto o sentito e che tu hai colto. E’ la libertà di dare volti, colori, odori e sapori a personaggi e situazioni, anche uscendo dai margini del narrato. E’ quello che vediamo nei temi dei nostri ragazzi, quelli che vengono pubblicati nel blog e che sono vivi proprio per quella forza di pensiero laterale, che nella lettura può trovare un alleato e un puro divertimento.
Si può imparare a leggere?
Certamente sì. Tutto può cominciare dall’incontro felice con un libro, che riesca a toccare la mente e il cuore e a sbloccare le esitazioni, facendo diventare la lettura un piacere, oppure, si può iniziare trasformando la lettura in una piccola pratica quotidiana, abbandonando tablet e cellulare per pochi minuti al giorno, imparando ad affiancare esperienze e opportunità.
Si solleverà la voce di chi dice: io ripeto mille volte a quel ragazzo di leggere, ma non mi ascolta, non ne vuole sapere, è pigro.
Gli irriducibili certo ci sono e ci saranno, ma qualche responsabilità il mondo adulto deve assumerla, La mia generazione è cresciuta tra adulti che avevano nei libri compagni del tempo, leggevano ogni sera, avevano sempre un libro in borsa, non potevano fare un viaggio senza portarsi dietro libri: quell’esempio ha segnato i nostri comportamenti, avvicinandoci all’amore per i i libri. Oggi, i ragazzi crescono in un mondo adulto che raramente si mostra con un libro in mano, vittime. anche tanti di noi “grandi”, di quello stesso mondo online, nel quale entriamo con competenze imperfette, e spesso, siamo i primi pronti ad accampare la scusa della mancanza di tempo. Essere lettori non è legato a un’età o a un tempo della vita. Forse, insieme ai ragazzi, anche gli adulti potrebbero ritrovare il piacere del libro e per chi non rinuncia agli strumenti messi a disposizione dalla tecnologia, c’è sempre l’opzione della lettura digitale.
L’Istat ci dice ancora che sul totale dei lettori il rapporto è di quattro lettori laureati per ogni lettore con al massimo la licenza media. Il divario legato ai titoli di studio è ancora molto forte. Ma in ogni individuo c’è potenzialmente un grande lettore.
In Piccioletta, la libreria cresce in libri, ogni anno, Non sappiamo se tutti i nostri ragazzi vorranno o potranno studiare a lungo, ma certamente desideriamo che crescano in curiosità e domande, in voglia di approfondire e comprendere e se da adulti, qualunque titolo di studio abbiano conseguito, qualunque strada abbiano intrapreso, tornando a casa la sera, prenderanno in mano un libro da leggere da soli o con i figli, faranno fiorire questa semina di un mondo buono. E ribalteranno le statistiche Istat.