
LA MAGIA DEL CORO GRECO

ITALO CALVINO, SCRITTORE IMMORTALE
VOGLIO SUONARE LA MIA VITA…

Mi chiamo Brissa, sono una ragazza di tredici anni con una grande passione per la musica, soprattutto per il pianoforte. Questa passione la porto dentro di me da quando avevo sette anni. Mi ricordo ancora quando andavo a casa di mia cugina a suonare la pianola: lei al tempo aveva dodici anni quindi, essendo più grande, mi insegnava qualche canzoncina.
Dopo quasi un anno, mia madre facendomi una grande sorpresa, mi comprò una pianola tutta mia, e subito cercai di imparare a suonare da sola, guardando video su YouTube. Dopo un po’ di tempo, i miei genitori, comprendendo la mia passione, volevano farmi studiare con un insegnante di pianoforte, ma per problemi economici non ne avevano la possibilità, così continuai lo studio da sola per un paio di anni. Finite le elementari, la musica è diventata materia di insegnamento a scuola e, con gioia, ho imparato a leggere le note musicali e finalmente a capire uno spartito.
Passata la prima media, io continuavo a guardare video e a suonare qualche spartito. In seconda media, ho legato molto con una mia amica, Gioia, di nome e di fatto, con la quale, se devo dir la verità, avevamo fatto le elementari insieme, ma quell’anno abbiamo legato moltissimo: si può dire che eravamo migliori amiche. Ho iniziato così ad andare quasi sempre a casa sua dopo la scuola e, poiché lei frequenta la scuola a indirizzo musicale e ha una “pianola pesata”, più simile a un pianoforte, avevo la possibilità di suonare quello che sapevo. Dopo un po’ di tempo, sua mamma, pensando che io fossi brava e che dovessi andare a lezione, ha presentato alla mia mamma La Piccioletta Barca, un centro di cultura per ragazzi che offre anche un’istruzione musicale. Mia mamma ha subito accolto la proposta e così, a ottobre del 2022, ho iniziato ad andare a lezione di pianoforte una volta a settimana, lavorando bene e con molta gioia. La mia maestra si chiama Pinuccia ed è una persona molto simpatica e paziente. Finite le vacanze estive, ho ripreso le lezioni e abbiamo preparato il saggio di inizio anno. Il giorno del saggio per me è stata una giornata piena di emozioni, perché era il mio primo saggio, troppe emozioni: alla fine, sono scoppiata a piangere un po’ per la felicità, un po’ per la rabbia di non avere fatto tutto perfettamente davanti a tanta gente e ai miei genitori.
A dicembre, come tutti i miei coetanei, mi si è presentata la difficile scelta della scuola superiore: l’idea di potermi dedicare alla musica mi affascinava e mi attirava ma, d’altra parte, mi faceva anche un po’ paura. A Milano, non ci sono molte possibilità: c’è il liceo musicale Tenca, al quale però riescono ad accedere giovani musicisti già esperti, e il liceo del Conservatorio Giuseppe Verdi che accoglie studenti profondamente motivati più che già bravi. È qui che, spronata dalla mia maestra e dagli altri soci della Pb, ho deciso di provare l’ammissione. La mia maestra mi ha assicurato il suo aiuto, ma il lavoro da fare era davvero tanto sia per la prova teorica che per quella pratica.
Arrivate le vacanze di Natale, la Pb ha chiuso, ma io non potevo fermarmi. Programma delle vacanze: un giorno sì e uno no, lezione di un’ora e mezzo (doppia, rispetto alle solite) a casa di Pinuccia, orario 8.30- 10.00. Questa è stata la vera prova della mia passione: io che nel fine settimana dormo fino alle 11 e amo le vacanze perché posso dormire, mi sono dovuta alzare più presto di quando c’è scuola, perché la casa della maestra è ben più lontana! La cosa più bella della casa di Pinuccia e il suo gatto Trilla e, ancor di più, il meraviglioso pianoforte a coda che occupa tutto il salotto. Suonare su un pianoforte a coda è una sensazione bellissima che fa sentire felici e importanti. Quando eravamo stanche, per tirarci un pochino su, mangiavamo limone disidratato, riempiendoci di vitamine e di energia. All’inizio il gatto Trilla mi faceva un po’ paura perché, essendo sorda, fa dei versi tremendi che fanno accapponare la pelle. Dopo un po’ abbiamo fatto amicizia e, quando è terminato il periodo delle lezioni, mi sono fatta regalare dalla maestra una sua fotografia da tenere sulla mia tastiera come ricordo e fonte di ispirazione.
Con qualche difficoltà per la complicata burocrazia, sono riuscita a iscrivermi alla selezione: il 22 gennaio avrei sostenuto l’esame di teoria scritto e orale e, pochi giorni dopo, quello pratico. Arrivato il 22 gennaio, la mattina alle 8 con un buio e un freddo terribili, mi trovavo già fuori dal portone del famoso Conservatorio, ancora prima che aprissero le porte. Alle 08:15 io il resto dei ragazzi siamo entrati a fare la prova: appena mi hanno dato il foglio, ho cominciato a leggere più volte la consegna per evitare errori e solo quando ero sicurissima della risposta la scrivevo. Una volta finito il test, ho consegnato il foglio alla professoressa e all’uscita mi aspettavano la mia mamma e la mia insegnante. Dopo avere raccontato tutto, siamo andate da McDonald’s e lì siamo rimaste fino al pomeriggio a ripassare, in vista della prova orale. Una volta tornata a scuola, le commesse mi hanno detto di salire e aspettare che mi chiamassero: a quel punto ero davvero in ansia, ma i professori mi hanno fatto sentire molto a mio agio: mi hanno fatto solfeggiare uno spartito e cantare la scala di Do maggiore. Finita la prova, siamo tornate a casa la mia mamma e io e, pur molto stanca, ho continuato a studiare la pratica perché solo tre giorni dopo avrei avuto l’esame.
Arrivato il 25, ero più in ansia di non so che cosa! Ad accompagnarmi ancora la mamma e la maestra, il legame con la quale è diventato sempre più bello e più stretto! Prima di suonare davanti ai professori mi hanno portato in una sala dove c’era una bella pianola pesata per riscaldarmi le mani prima della prova. Il mio programma di studio prevedeva una scala e cinque brani fra cui i professori ne avrebbero scelti tre. Appena mi hanno chiamata, ho provato un’ansia terribile come mai in vita, ma gli insegnanti sono riusciti a farmi di nuovo sentire a mio agio. Ho suonato la scala di Re maggiore, il Minuetto in Sol maggiore di Bach, una sonatina di Muzio Clementi e un suo studio. Terminato il programma, i professori mi hanno chiesto da quanto tempo studiassi e quante volte alla settimana e credo che questo sia stato un punto a mio favore, perché hanno capito che non studiavo da molto e che la mia passione è veramente grande.
Una settimana dopo, è arrivata l’email del Conservatorio che ha confermato la mia ammissione al liceo musicale Giuseppe Verdi e posso dire che quello è stato uno dei momenti più belli della mia vita fino a ora perché sento di avere reso fiera la mia famiglia e tutte le persone che mi vogliono bene comincerò con gioia la nuova scuola un po’ mi fa paura ma sento che è un’opportunità grandissima che potrà aprirmi strade sempre più belle e appassionanti.
Pensiero
La mia vita
la vivo con tanta fantasia
come se fosse un sogno
con tanto amore,
insieme alla mia pianola
suona le mie giornate
come se fossi in un teatro
con persone care
che credono in me
e mi vogliono bene.
Brissa Linares