
MARTIN EDEN — O CUPIDO, QUANTUS ES!

MARTIN EDEN — O CUPIDO, QUANTUS ES! (parte 2)
1 MAGGIO 2024

Oggi, 1 maggio, Festa del Lavoro, vogliamo dedicare un pensiero ai bambini e ai ragazzi che, in ancora tante parti del mondo, sono oggetto di sfruttamento minorile, sottratti alla scuola e alla possibilità di formarsi nel pensiero e nelle opportunità.
Lavorare e’ un diritto e un valore, arrivare al lavoro attraverso un percorso di crescita personale e intellettuale e’ un diritto e un valore.
E ancora una volta, a parlare di lavoro minorile, che accompagna la storia stessa del lavoro, viene incontro la letteratura: “Oliver Twist” di Charles Dickens.
“Fu, questo, il momento critico per il destino di Oliver. Se il calamaio si fosse trovato dove l’anziano gentiluomo riteneva che fosse, il magistrato avrebbe intinto la penna e firmato i con-tratti, dopodiché Oliver sarebbe stato portato via in fretta e furia.
Ma siccome il caso volle che il calamaio non si trovasse proprio sotto il suo naso, ne conseguì, logicamente, che il gentiluomo lo cercò dappertutto sulla scrivania senza trovarlo; e avendo, sempre per caso, nel corso delle sue ricer-che, guardato dritto dinanzi a sé, egli scorse il visetto pallido e terrorizzato di Oliver Twist: il quale, nonostante tutte le occhiatacce di ammonimento e i pizzicotti di Bumble, stava contemplando le sembianze ripugnanti del suo futuro padrone con un’espressione nella quale si mescolavano orrore e terrore, in misura troppo palpabile perché anche un magistrato mezzo cieco potesse equivocare.
L’anziano gentiluomo smise di cercare, posò la penna e volse lo sguardo da Oliver al signor Limb-kins; il quale cercò di fiutare tabacco con un’aria allegra e disinvolta.“Bambino mio!”— disse l’anziano gentiluomo, protendendosi al di sopra della scrivania.
Oliver trasali al suono di queste parole. E si può giustificarlo per questo, poiché quelle parole erano state pronunciate con bontà, e i suoni sconosciuti spaventa-no. Oliver tremò violentemente e scoppiò in lacrime.
“Bambino mio”— disse l’anziano gentiluomo. — “Sei pallido e sembri spaventato. Che cosa c’è?” “Scostatevi un poco da lui, messo” — disse l’altro magistrato, mettendo da parte il giornale e sporgendosi in avanti con un’espressione interessata sulla faccia. “Dunque, figliolo, dicci che cosa sta succedendo. Non aver paura.”
Oliver cadde in ginocchio e, giungendo le mani, supplicò chiedendo che lo riportassero pure nella stanza buia… che lo lasciassero morire di fame… che lo percuotessero… che lo uccidessero, se volevano… ma non lo consegnassero a quell’uomo spaventoso.
“Ah, questa, poi!”— esclamò il signor Bumble, alzando le mani e gli occhi al cielo con la più impressionante solennità. “Ah, questa, poi! Tra tutti gli orfani intriganti e scaltri che ho conosciuto, tu, Oliver, sei uno dei più sfacciati!”
“Tenete a freno la lingua, messo” — ingiunse in tono assai severo il secondo anziano gentiluomo dopo l’offesa di quell’ultimo aggettivo.
”Chiedo umilmente scusa a vostra signoria”- disse il signor Bumble, stentando a credere di aver udito bene — “Vostra signoria si rivolgeva a me?”
“Si. Tenete a freno la lingua.”
Il signor Bumble rimase sbalordito. Un messo parrocchiale invitato a tenere a freno la lingua! Si trattava di una rivoluzione etiса! L’anziano gentiluomo con gli occhiali cerchiati in tartaruga sbirciò il proprio collega, che fece un significativo cenno di assenso.
”Ci rifiutiamo di autorizzare questi contratti” — disse l’anziano gentiluomo, gettando da una parte la pergamena mentre parlava.
“Spero”- balbettò il signor Limbkins — “spero che i magistrati, sulla base della testimonianza non provata di un bimbetto, non si siano formati l’opinione che i dirigenti dell’ospizio possano essersi resi colpevoli di una qualsiasi scorrettezza.”
“I magistrati non sono tenuti a esprimere il loro parere al riguardo”- dichiarò, in tono aspro, il secondo anziano gentiluomo.- “Riportate il bambino nell’ospizio e trattatelo bene. Ha l’aria di averne bisogno.”
Quella sera stessa, il gentiluomo dal panciotto bianco dichiarò, nel modo più deciso, che Oliver non soltanto sarebbe finito impiccato, ma anche squartato vivo. Il signor Bumble scosse la testa, con un’aria tenebrosamente misteriosa, e disse di augurarsi che il marmocchio potesse finire, comunque, come meritava; al che il signor Gam-feld, lo spazzacamino, replicò dichiarando di augurarsi che nnisse nelle sue mani; e questo, sebbene egli si trovasse quasi sempre d’accordo con il messo parrocchiale, sembrava essere un desiderio completamente diverso.”