
MARTIN EDEN — PARLARE D’AMORE AI RAGAZZI

BEREN E LUTHIEN
AMICI DI QUARTIERE: CHIACCHIERATA CON GIANNI BIANCHI

La piccola sala in mattoni e pietra fa da ingresso alla casa, accosta alla chiesetta di Cascina Linterno. E’ una mattina di sole, fuori, il vociare della scolaresca in visita alla corte, e sembra di vedere l’ombra di Maria Dona, detta Maria Granda o Maria Longa, che, dividendo a metà la stanza con il sipario di un lenzuolo, disegnava, su un lato, l’idea di un suo focolare e, sull’altro, faceva asilo per i bambini delle famiglie del borgo Linterno. Una pagina di storia e di umanità. Ma non sono solo i muri a parlare.
E’ un fiume in piena, Gianni Bianchi, presidente della associazione Amici Cascina Linterno, mentre racconta di uomini e di donne, di tempi e di accadimenti e non riesce a nascondere “l’emozione che mi suscita questo luogo, scrigno di storia e bellezza.”
La cascina è una costola di Baggio, quartiere all’estremo Ovest di Milano Da due primavere gli Amici e la chiesetta ospitano La Piccioletta Barca: l’anno scorso, con tre giornate dedicate a Dante per i bambini; quest’anno, con un doppio appuntamento che ha come protagonisti i personaggi dei Promessi Sposi, per una riflessione sulla forza dei deboli e la debolezza dei forti, che sta coinvolgendo non solo i bambini, ma un nutrito gruppo di adulti interessati (il prossimo e ultimo incontro, sarà domenica 26 maggio). Ogni volta, l’incanto del posto sembra fare risuonare più intense le parole e i pensieri e, in uno scambio osmotico, se ne vorrebbe catturare la storia.
In quella storia, ci sono Carla Bossi e la figlia Pinuccia, Giuseppe Gervasini, detto el Pret de ratanà, Elvira e Attilio Bossi, storici abitanti del borgo, ma anche i maestri del mensile di quartiere, “Il Diciotto”, Roberto Rognoni e Mario Pria, e lo studente del Politecnico, Francesco Carlo Toso, la cui tesi ha dato l’avvio al progetto di restauro conservativo: è una storia con nomi e cognomi, con volti e respiri, quella con cui Gianni riempie la stanza, portando ritratti di vita che attraversano i secoli e restituendo in affreschi corali le pagine più recenti. Diceva Gianni Rodari che nei paesi- a differenza delle città - ci si conosce per nome. Baggio è un quartiere di Milano dal 1923, ma ancora ci si conosce per nome, che è un modo molto forte di sentirsi e essere comunità, di chiamarsi insieme nelle cose importanti di interesse comune, racconti di vita che sono piccoli mondi nella grande città e anime grandi che arricchiscono la città di bellezza.
“Mio fratello Angelo ed io abbiamo iniziato a sentire il bisogno di capire e studiare questo luogo, alla fine degli Anni Settanta” — racconta Gianni. Insieme alla sorella Enrica, sono nati e cresciuti qui, nell’ampio borgo agricolo della cascina, respirando l’aria della milanesità di frontiera, dove il dialetto diventa lingua e il mondo è un campo aperto. “Siamo milanesi che amano Milano, anche e soprattutto negli angoli che ne custodiscono l’anima più nascosta. L’amore per un luogo è desiderio di raccontarlo, di farlo conoscere, per farlo vivere.” Il primo passo è stato aprire le porte alla gente, ridando vita, agli inizi degli Anni Ottanta, alla festa dell’aia, storicamente celebrata ad agosto nel giorno dell’Assunta. Per cinque anni, il cortile si è acceso di luci: tavoli per cenare, le danze al centro e lo storico salto dell’oca, una sfida al salto con l’aiuto di una pedana, per acchiappare al volo non più un’oca, ma salumi e formaggi. Quanti sapori ci sono nella Milano che non ti aspetti.
“Noi sognavamo di portare la cascina in quartiere, il quartiere in cascina.” Ma la cascina vive un tempo inquieto. Sono gli anni della proprietà Cabassi: il tentativo di fare una trasformazione residenziale, che non ottiene risultati, Nel 1995, si costituisce l’associazione Amici Cascina Linterno. Amicizia è l’intenzione che unisce: chi aderisce si riconosce nel legame affettivo con un luogo e condivide il progetto di lavorare per farlo diventare patrimonio condiviso di storia e opportunità. La strada, però, è ancora lunga.
Gianni ha lo sguardo che non si rannuvola mai, neppure quando racconta i momenti più faticosi. Occorre il passaggio di proprietà a Borio Mangiarotti e attendere il 2010, affinché la cascina sia finalmente ceduta al Comune di Milano. “Era la via per mantenere il DNA agricolo e culturale di questo posto, quella identità profonda, riconosciuta e rispettata, che è il valore ancora oggi e per il tempo di domani. E’ stato un percorso complesso e la nostra associazione non ha trovato sempre le vie aperte.“ Il 21 dicembre 2012 viene firmato il contratto di collaborazione tra Comune di Milano e gli Amici Cascina Linterno, per portare avanti il progetto di cultura e divulgazione. “Era il giorno della profezia: 21.12.2012. Su una cosa i Maya hanno avuto ragione: per la Cascina è stata la fine di un’era, l’inizio della sua rinascita.”
Cascina Linterno è molto più che la sessantesima delle cascine acquisite a testimonianza dell’anima rurale di Milano, è un luogo che non ha mai smesso di essere se stesso nel tempo. Sopravvissuta alla distruzione della guerra, alla successiva, caotica ricostruzione, a tentativi di rivisitazioni residenziali, a progetti industriali stravolgenti, al silenzio degli abbandoni, è diventata, nel 1999, monumento storico tutelato dal Ministero dei Beni Culturali, è stata oggetto di un restauro conservativo nel 2016, su progetto del Politecnico di Milano, guidato dalla professoressa Lionella Scazzosi, ed è sempre votatissima tra “I luoghi del cuore” del FAI, che ha scelto di essere sponsor culturale della Cascina.
Oggi, la Cascina tutela e fa vivere le sue due anime, quella agricola, nello scambio virtuoso con le ricchezze dell’adiacente Parco delle Cave, e quella storica e culturale. L’associazione Amici offre un calendario di più di ottanta appuntamenti all’anno. “Sono iniziative che contemplano tutte le peculiarità di questo luogo — culturali, sociali, artistiche — valorizzando il legame con il territorio. “ — spiega Gianni — “Questo deve essere un luogo di incontro, di divulgazione e di collaborazione, come quelle, bellissime, che abbiamo con realtà quali Politecnico di Milano, Legambiente, LIPU. E La Piccioletta Barca, perché il vostro obiettivo mi fa vibrare il cuore”. Se si aggiunge l’impegno di tremila ore di volontariato all’anno e una rete di diecimila frequentatori e affezionati, si capisce perché Cascina Linterno sia tanto rappresentativa della vita del quartiere. Ma sopratutto, lì si trova una porta sempre aperta: per una domanda, per un’idea da condividere, per una curiosità o semplicemente per un caffè che ha davvero il sapore dell’amicizia.