
“FUGACI INCURSIONI NELLA NATURA…”

L’ENERGIA DEL CORPO
GENTILEZZA BENE CAPITALE: INTERVISTA A GIULIA NEGRI

Assessore all’Istruzione, alle Pari Opportunità e alla Gentilezza, ha portato la sua città, Novara, a essere, nel 2023, la prima capitale italiana della gentilezza. “L’Istruzione si occupa dei bambini e dei ragazzi, le Pari Opportunità toccano la vita delle persone: cercavo qualcosa che unisse questi due mondi nel profondo, finché non è emersa la parola gentilezza.” Classe 1969, docente di Economia aziendale, titolare di un’agenzia di viaggi, mamma di Sofia e Anita, Giulia Negri racconta con voce entusiasta e, a tratti, commossa, il suo anno gentile.
Come si diventa capitale della gentilezza?
“E’ stato come se quella iniziale intuizione sulla parola gentilezza, che emergeva anche dai messaggi dei bambini della nostra città, avesse fatto da richiamo a tutto il resto: mi viene data la delega alla gentilezza, e, poco dopo, conosco casualmente “Cor et Amor”, l’associazione di Ivrea che promuove il progetto Costruiamo Gentilezza. Dall’incontro con il presidente Luca Nardi è nata l’idea di dare vita ufficialmente ad una buona pratica che coinvolgesse un’intera città. E Novara, seconda città del Piemonte, con più di 10.000 bambini, dove da venti anni esiste il Consiglio dei Bambini (ventidue rappresentanti di IV e V elementare eletti negli istituti scolastici, che portano i pensieri e le aspettative dei più piccoli al Consiglio comunale), ha accettato la sfida.”
Costruiamo Gentilezza è un progetto nazionale partecipato, nato nel 2014, che si propone di promuovere pratiche gentili mettendo al centro i bambini e i ragazzi, affinché la gentilezza diventi, entro il 2036, un’abitudine diffusa, rendendo le comunità più accoglienti e felici. Al progetto possono aderire cittadini, associazioni, istituzioni.
A dicembre del 2022, dunque, Novara diventa la prima città simbolo di Costruiamo Gentilezza. Con quale programma?
“Non un programma politico, ma una visione: fare cose che facciano bene a chi le riceve, ma anche a chi le compie. Non stiamo parlando di semplice buona educazione, ma di applicare la gentilezza nella vita, nel recuperare gli abbracci, l’ascolto, la condivisione di pensieri, il contatto umano, l’attenzione ai bisogni dell’altro, ma anche il vivere insieme momenti felici. Cominciando dai bambini. E’ vero che parola “capitale” fa subito immaginare qualcosa di ambizioso o autocompiaciuto, invece, devo dire che nella realtà abbiamo fatto tanto con cose semplici. E molto, molto impegno, certo: infatti, io chiamo le mie collaboratrici benefattrici, per la passione e la generosità con cui hanno voluto aderire al progetto. Ma ogni cosa fatta ci ha toccato nel profondo, ha lasciato dentro di noi una traccia.”
Si avverte nelle sue parole l’emozione della circolarità gentile. Ci racconti alcune delle iniziative organizzate.
“La prima, apparentemente la più semplice, ma necessaria, è stata comunicare che cosa la città già aveva a disposizione per i bambini entro i due anni di età: è stato realizzato un kit gentile per la festa dei nuovi nati ‑700 bambini — nel quale sono stati raccolti tutti i servizi gratuiti, pubblici e privati, disponibili in città per le famiglie, inclusa la tessera della biblioteca fin dal primo giorno di vita, perché leggere è la pratica gentile per eccellenza. Tutte le idee, tutte le attività hanno riguardato il mondo dei più piccoli e sono partite da spunti lanciati dai bambini stessi. Come i 3800 che da tutte le scuole d’Italia hanno partecipato al contest Preghiere della gentilezza, promosso negli istituti scolastici e sui social, per lanciare i loro pensieri di gentilezza per l’umanità, che hanno, poi, trovato posto sul muro della gentilezza allestito all’Istituto Sacro Cuore. E sempre in tema di scrittura, Il Corriere di Novara, giornale cittadino e partner del progetto, ha aperto sulle sue pagine la rubrica “Gocce di gentilezza”, dove i bambini, con grande emozione, hanno visto pubblicare le loro storie di gesti gentili.”
Sono state davvero tante e diverse le iniziative messe in campo. Dai bambini sono stati realizzati i cartelli segnaletici inseriti all’ingresso dei parchi cittadini; nelle scuole è nato il “disegno sospeso”, che ha portato tante opere colorate ai bambini dei reparti oncologici; al Teatro Coccia è stato ospitato lo spettacolo “Si alza un canto gentile”, per raccogliere fondi per una associazione che si occupa di famiglie in difficoltà; Halloween è stato occasione per realizzare le zucche gentili; le associazioni sportive hanno organizzato al campo di atletica la giornata “La gentilezza scende in campo” e hanno promosso l’etica del fairplay nei campi da calcio e di basket dei bambini.
La risposta della città è stata molto viva…
“Forse, in prima battuta, la gentilezza può sembrare un tema secondario, rispetto alle tante questioni che riguardano la vita di una città e dei cittadini, ma noi ci abbiamo creduto con forza e devo riconoscere che abbiamo trovato grande accoglienza, a partire dalle Istituzioni fino alle famiglie e ai cittadini che hanno visto la città tingersi di iniziative viola, il colore della gentilezza. Lo definirei un contagio positivo, dopo l’esperienza del Covid che ha lasciato in tutti grande sofferenza relazionale, come rilevato da tanti studi recenti.”
E come si risponde a quella sofferenza?
“Riscoprendo l’incontro e la condivisione. Come è accaduto al Graduation Day, la festa di fine corso per i bambini che chiudono il ciclo delle elementari per passare alle scuola medie. Abbiamo organizzato una celebrazione al parco con tanto di lancio del tocco: cappellini che i bambini hanno realizzato a mano con il cartoncino viola e che hanno fatto volare in aria, in un vero rito di passaggio. Il primo anno, i bambini erano stati duecento, già alla seconda edizione sono stati milleducento, un tappeto di teste viola che ballavano e cantavano insieme, circondati da famiglie e cittadini piacevolmente colpiti. Mi piace pensarla come una piccola rivoluzione gentile, una tradizione che vogliamo mantenere.”
Al termine di un anno cosi intenso, come definirebbe la gentilezza?
“Per me la gentilezza è racchiusa in un gesto: la carezza, il tocco delicato della mano, capace di dare dignità, affetto e sicurezza. La gentilezza è una virtù innata, ma anche un pensiero latente che magari non riusciamo a fare emergere, finché non incontriamo chi, più coraggioso nel manifestarla, spinga anche noi a rivelarla. Ecco perché mi è piaciuto subito Costruiamo gentilezza: è plurale, è verbo del fare, unisce, spinge a trasformare i pensieri in gesti concreti, in pratiche reali come un baluardo che avvolge la comunità di gentilezza, a partire dal suo nucleo, i bambini.”
Quale sarà il futuro del progetto?
“Per noi è stata una esperienza bellissima e preziosa: vogliamo mantenere molte delle iniziative che hanno riportato in città il valore della socialità e della vicinanza. In virtù del passa parola, nell’ultimo anno, sono saliti a oltre 300 gli Assessori alla gentilezza in Italia. E con orgoglio abbiamo passato il testimone alla nuova capitale della gentilezza per il 2024, un collettivo di 67 comuni: Napoli Città Metropolitana e le terre della Daunia, provincia di Foggia. Mi piace sottolineare che hanno voluto adottare il logo che avevamo realizzato per la nostra nomina, diventato così segno della continuità di un ideale.”
Si spengono le luci viola che hanno simbolicamente illuminato la Mole di Novara nell’anno da capitale, si accendono quelle su Piazza del Plebiscito e Castel dell’Ovo. E si raccolgono le emozioni.
“E’ stata un’esperienza che a me ha dato tantissimo a rimarrà nel cuore. Come per tante cose della vita, c’è il pensiero su che cosa si sarebbe voluto e potuto fare in più ma, allo steso tempo, sentendoci un po’ pionieri di un progetto di cui all’inizio non si conoscevano forma e portata, quando ci voltiamo, siamo contenti del buon lavoro fatto. Abbiamo visto questa corrente accendersi e ora continua a generare movimento, iniziative, adesioni, una semina gentile che non si esaurisce.”