
RIPENSANDO A FRANZ KAFKA

IMPEDIMENTI DIRIMENTI E ALTRE ANGHERIE
I BAMBINI SONO LA STORIA: MUSEO DEL QUADERNO A MILANO

Quando apri un cassetto, ritrovi, all’improvviso, il vecchio quaderno di scuola e ti fermi a sfogliarlo, ricordando il bambino di allora. Quando dal baule della casa di famiglia emerge quel quaderno con la copertina nera e ti fai trasportare dai pensieri di tua nonna bambina e dei suoi compiti riportati con scrittura pulita e ordinata. Ci si addentra con emozione in quelle pagine, memoria di un percorso scolastico e testimoni di quello che si era quando si sognava quello che si sarebbe voluti diventare.
A Milano, c’è un luogo in cui quella emozione si moltiplica per duemilacinquecento: è il Museo dei Quaderni di Scuola.
Suonando il campanello accanto a uno di quei piccoli portoni in legno che caratterizzano le vecchie case del centro cittadino, si entra in uno spazio raccolto, luminoso e curato, dove prende forma un viaggio nel mondo dei pensieri e delle parole dei bambini. Il museo, unico al mondo dedicato all’esplorazione e alla valorizzazione delle memorie dell’infanzia. nasce da una collezione di oltre duemilacinquecento quaderni e diari, provenienti da trentasei Paesi.
Ad accogliere i visitatori c’è Thomas Pololi, ideatore del progetto e animo gentile. Ha iniziato a raccogliere quaderni di scuola, quasi venti anni fa, e il progetto è cresciuto anno dopo anno, come un’onda silenziosa: prima la digitalizzazione dei materiali, il lancio della piattaforma nel 2019, infine, nel 2024, l’apertura del museo. Qui, si fondono la visione della microstoria sulle orme di Carlo Ginzburg e l’attenzione al mondo e alla storia dell’infanzia.
L’esposizione è divisa in tre parti.
“La prima è la parete dedicata a un excursus storico del quaderno dall’Ottocento fino ai giorni nostri” — spiega Thomas — “ “ma proprio l’uso di documenti provenienti dal basso intreccia i grandi eventi della storia alla storia sociale”. Sui pannelli, brevi riassunti, che raccontano la visione del ruolo del bambino nella società di ogni periodo, si alterano ad aneddoti e citazioni che fanno da spunto alle riflessioni che ogni visitatore farà sue. A rendere vivo il racconto, le schede che riproducono le pagine di quaderni di diverse parti del mondo, rigorosamente tradotte in italiano e in inglese, perché in questo piccolo angolo della città arrivano visitatori di ogni nazione.
Al centro della stanza un’isola circolare.
Nel perimetro interno, è ospitata una mostra temporanea, aperta fino al prossimo ottobre: “i quaderni di Milano”. E ancora nel gioco tra i pannelli che riportano dati e contestualizzano la ricerca — con richiami a opere preziose sul mondo dei bambini, come il documentario “Bambini in città” di Luigi Comencini — e le pagine rubate ai quaderni dei bambini, vediamo Milano attraverso gli occhi dei più piccoli nei decenni, le sue trasformazioni, le sue bellezze. “I giorni precedenti la domenica, la mamma continuava a dirmi che se fossi stata buona, la domenica mi avrebbe dato un premio: ma io mai mi sarei immaginata che mi avrebbero condotto al Teatro alla Scala per la prima volta!”, scriveva una bambina di quarta elementare nel 1926. Senza nascondere i problemi che sembrano tornare sempre, come la mancanza di spazi per giocare.
Nel perimetro esterno, la ricerca sui quaderni propone quattro percorsi: Propaganda, Io, Sogni, Primavera. Sono dei piccoli approfondimenti tematici, tracce di studi avviati, inviti a porre attenzione. Nelle teche, si vedono riprodotte pagine di quaderni. “Mi chiamo Fabio, frequento la classe quinta elementare. Confesso di non essere molto simpatico ma alcuni amici riesco a conquistarli”, scriveva il piccolo scolaro dal suo banco a Macerata, nel 1971. O schede che propongo copertine di quaderni iconografiche, come quella realizzata per la visita di Hitler a Firenze nel 1938.
“L’idea è sempre collegare la narrazione storica nota a tutti con la narrazione della storia dell’infanzia che è già molto più di nicchia e poi, ancora con la narrazione contenuta nei singoli quaderni.” Lo sguardo del museo e del lavoro di Thomas e della sua associazione “Quaderni Aperti” è proprio dedicato ai bambini, alla loro vita, al loro sentire e sentisi nel mondo, tangente ma oltre il tema dell’educazione. Un campo di studio che nel nostro Paese è rappresentato dal lavoro di Egle Becchi, e dal suo saggio, “I bambini nella storia”, pubblicato da Laterza.
Così, il museo diventa anche interlocutore di Università e Enti di cultura.
Con CIRCI, Centro Internazionale di Ricerca sulla Cultura dell’Infanzia, che ha tra i fondatori James Bradburne, già Direttore della Biblioteca Braidense, è stato avviato un lavoro di ricerca sul tema della propaganda che ha trovato nei quaderni del museo testimonianza di voci di bambini.
E con l’Officina della Scienza dell’lUniversità Bicocca è partita una ricerca in coprogettazione sul tema della guerra, per studiare come si coinvolge l’infanzia nella narrazione.
Entrambi i lavori sfoceranno in pubblicazioni che andranno ad unirsi alle prime esistenti, quella legata alla attuale mostra sui quaderni di Milano e quella uscita alla fine dell’anno passato, che ha raccolto le narrazioni sul Natale contenute nei temi di scuola nel tempo.
E se l’associazione Quaderni Aperti si affida, come altre in ambito culturale ‑e bene lo sa La Piccioletta Barca — a donazioni e finanziamenti, è grazie al contagio della passione che il museo è ricco di contenuti. Alla piattaforma, infatti, sono iscritti oltre 300 volontari che da tutto il mondo raccolgono materiali, li trascrivono, li traducono e li inviano al museo. “Potremmo chiamarlo un progetto di public history”, sorride Thomas. E ha ragione: è questa umanità che senza grida si fa coinvolgere nell’ascoltare la storia dei bambini e dei ragazzi a rendere un piccolo angolo di città riverbero di grande speranza.
E chissà che un giorno non si trovino lì anche i quaderni dei ragazzi del nostro Centro di cultura, con i libri letti, i pensieri condivisi, i luoghi esplorati, l’esperienza di crescere insieme e di nutrire il pensiero di cultura.
Il Museo del Quaderno è in via Broletto 18, Milano.
Aperto ai visitatori il sabato e la domenica con prenotazione sul sito e per le scolaresche su appuntamento.
Per chi interessato, è possibile anche seguire la pagina su Instagram.