
EDUCARE INSIEME

C’ERA UNA VOLTA LA SCUOLA MEDIA — capitolo 2
NESSUN OGGETTO PUÒ ESAURIRE IL DESIDERIO — parte 1

Forgiate all’alba dei tempi, da una materia magmatica misteriosa e primordiale, le favole hanno viaggiato per secoli, raccontate attorno a un fuoco per scaldare le membra e le anime, portando con sé frequenze spesso inquietanti e ambigue; hanno avuto una seconda vita quando qualcuno le ha raccolte e scritte. Solo di recente, diventate cose da bambini, disegni animati, film, hanno finito per uscirne addomesticate, declassate a racconti edificanti di cui importa la morale (così si dice: «morale della favola»), spesso banalmente edulcorata. Certo, in questo modo, sono diventate un linguaggio universale: tutti ne conosciamo a decine; ma i loro tesori più preziosi sono nascosti negli scrigni dei testi antichi e lì bisogna andarli a cercare.
Le fiabe raccontano i desideri
Moltissime fiabe (forse tutte) parlano di desideri: desideri buoni e desideri cattivi, ossessioni e dedizioni, avidità e sacrifici di sé. La fiaba misura l’abisso del desiderio, ribadendo che desiderare non è mai innocuo, che è il luogo in cui si guadagna o si perde la vita, non meno di questo.
Spesso le avventure dei protagonisti ruotano attorno a oggetti capaci di esaudire ciò che i protagonisti hanno nel cuore: anelli, spade, stivali, arcolai, fusi, semi, ghiande, lampade, scettri, abiti, bacchette. Ci siamo presi la briga di farne una classifica insieme ai ragazzi: alcuni oggetti moltiplicano le abilità (come gli stivali delle sette leghe), altri sono legati a un mediatore (le bacchette dei maghi, il pesciolino d’oro), alcuni sono porte verso mondi fatati (i fagioli magici, lo specchio), altri esaudiscono qualunque cosa venga loro domandata.
La lampada di Aladino
Così è l’oggetto magico più celebre: la lampada della nota fiaba di Aladino. La versione originale, nella raccolta “Le mille e una notte”, contiene, per la verità, più oggetti magici in competizione tra loro; tutti, però, hanno poteri illimitati: il vincolo dei tre desideri, che conosciamo, è invenzione disneyana. Un oggetto capace di esaudire infiniti desideri, tuttavia, trasforma qualunque desiderio in capriccio: Aladino, personaggio tutt’altro che positivo nella versione originale, deve competere con il farsi e il disfarsi dei desideri suoi e dei suoi antagonisti, una sorta di circolo vizioso che sembra non arrestarsi mai. L’ambiguità, d’altra parte, è tipica di moltissimi oggetti magici. L’oro del Reno, nella saga dei Nibelunghi, costringe a scegliere tra il potere e l’amore; il pesciolino d’oro, dopo aver esaudito ogni capriccio della moglie avida, smaschera la vacuità di una ricchezza acquistata senza fatica e ripristina la povertà originaria. Lo intuisce bene Tolkien, immaginando, nella sua saga, un anello potentissimo che non può in alcun modo compiere il bene, ma solo pervertire le intenzioni di chi lo usa.
Ogggetti magici e desiderio
Il fatto è che il desiderio non può mai identificarsi senza margini con il suo oggetto e ogni oggetto è destinato a deludere le attese. Lo sappiamo tutti, basta ricordare quando, da bambini, ricevevamo un dono: dopo un’attesa febbrile, nel giro di poco esauriva il suo fascino e il nostro sguardo si volgeva a cercare altro. Persino le relazioni possono diventare così, quando l’altro è ridotto a un oggetto del nostro desiderio: tanto più è irraggiungibile, tanto più genera ossessione prima e delusione poi.
In questo senso, l’intuizione del film d’animazione Aladdin, pur addomesticando la fiaba, indica l’unica soluzione possibile: che il desiderio trovi nell’oggetto il suo limite. Tre desideri, non più di tre: è il solo modo per dare valore e per orientare la nostra capacità di volere, ma anche per dare un senso alla storia, che altrimenti si avvolge su se stessa all’infinito. Il limite, allora, non è il nemico del desiderio, ma la sua dimensione necessaria: se non ci confrontassimo mai con un limite, tutto sarebbe irrilevante, tutto si potrebbe ottenere e perdere, fare e disfare daccapo ogni volta.
L’arcana origine delle fiabe non ci deve trarre in inganno: anche oggi i desideri di tanti uomini si rivolgono a un oggetto capace di tutto: il denaro… (continua