
ROSE

C’ERA UNA VOLTA LA SCUOLA MEDIA — capitolo 3
PETER PAN — parte 1

Sembrano stupiti i ragazzi quando annunciamo loro che il classico che stiamo per affrontare è Peter Pan… quello di Walt Disney, la favola per bambini? Ignorano di avere di fronte un romanzo – non un cartone animato – che, studiato, indagato, interpretato da letterati, psicologi e artisti, ha generato moltissimo. Nonostante la sua giovane età, il romanzo di Peter Pan può essere annoverato fra quei miti antichi che, pur non essendo mai accaduti davvero, parlano della vita di tutti noi. Per questo è diventato racconto, teatro, musica, cinema, come è accaduto alle più grandi fiabe della storia.
James Barrie, coevo di Wilde, ebbe una vita tristissima: il fratello maggiore David morì, quattordicenne, cadendo in un lago ghiacciato, evento che sprofondò la madre in una forte depressione. Un giorno, entrando nella stanza buia della donna, il piccolo James, scambiato per il fratello, donò alla madre un tale sollievo che, da quel giorno, decise di vestire i panni di David, disposto a non crescere mai pur di non risvegliare la mamma alla realtà. Molto giovane, dunque, dovette cominciare a riflettere sullo scorrere del tempo e della vita: da un grande dolore nasce la figura del ragazzo che “non vuole crescere”, tipo umano bene noto alla psicoanalisi.
Il nostro incontro con Peter Pan, per la verità, non comincia con il testo originale, ma con una delle sue riscritture, cui i ‘grandi’ della Piccioletta Barca, cresciuti durante gli anni Ottanta, sono affezionati. Si tratta dell’album di Edoardo Bennato del 1980 intitolato Sono solo canzonette che, attraverso la favola, rilegge l’esperienza del musicista rock giovane, ribelle, anticonformista e pieno di sogni da realizzare.
I grandi cantautori italiani spesso fanno un lavoro simile al nostro: ricostruiscono un legame tra grandi storie e realtà contemporanea, dando vita a capolavori che non bisogna dimenticare né far dimenticare alle giovani generazioni.
Del mitico album, ascoltiamo e commentiamo insieme ai ragazzi tutti i brani più celebri, facendo risuonare non solo le note ma anche i testi importanti. Cominciamo con la caricatura degli adulti, Agenore e Mary Darling, i genitori di Wendy, John e Michael: gli adulti, qui, sono i nemici dei sogni, che vivono di calcoli e di preoccupazioni e che, di fronte alla libertà di Peter Pan, si mobilitano per difendere la loro quotidianità borghese. La complessità del romanzo, in questo caso, è ridotta a favore del pubblico (i signori Darling, per Barrie, hanno ben altro spessore); ma il mondo dei grandi spesso davvero è la propria caricatura e i ragazzi non fanno fatica a riconoscere una tensione generazionale che li riguarda. Anche L’isola che non c’è coinvolge subito i nostri giovani accademici, anche chi non la conosce. Si parla di un grande desiderio che non dà garanzie, di una fantasia destinata a svanire, dello scherno che colpisce ed emargina chi tenacemente cerca altro rispetto al solito: sentire che chi ha rinunciato a cercare la sua isola e ride alle spalle degli esploratori dell’ignoto è ancora più pazzo di loro, conquista i ragazzi e li rincuora. Anche questa dell’isola misteriosa è una figura mitica, tra coraggio, desiderio e ardimento: la si trova, fra l’altro, qualche anno più tardi, in un racconto di José Saramago, L’Isola sconosciuta, dove desiderio e sogno sono sufficienti a dare senso alla fatica della ricerca. Bennato mette però sull’avviso: il desiderio giovane, che rompe con gli schemi sociali più condivisi, può essere preda di figure devianti, come Capitan Uncino. Il suo Rock lo ritrae come un leader rivoluzionario che si nutre dell’ingenuo desiderio altrui per rovesciare il potere e, in fondo, impadronirsene: è uno dei rischi di chi apre la vita ai sogni e ai desideri: cadere nei ricatti di chi, dietro all’illusione di essere come te, ti fa suo servo. Di adulti che gettano ombra su altri adulti, il mondo è pieno: fidarsi non è sempre una buona idea. Gli schemi borghesi dei genitori e gli schemi rivoluzionari dei pirati non sono poi così diversi.
Nonostante le distanze tra il testo letterario di Barrie e il testo musicale di Bennato, Wendy è il vero personaggio positivo di entrambi i testi e a lei è dedicata la canzone più dolce: Nel covo dei pirati. Wendy è il centro di un crocevia dove convergono i genitori, i pirati e Peter Pan e a tutti tiene testa, accogliendo le fragilità di ciascuno. “Ma tu con i pirati sai già che cosa fare, è un tuo vantaggio e non rinunciare”: Wendy non è la principessa passiva delle favole: contro i pirati deve lottare davvero, senza l’aiuto del principe azzurro; non è la principessa inerme perché è forte della consapevolezza della differenza tra sogno e realtà…
Terminiamo, proprio come l’album, con Sono solo canzonette, brano con il quale il cantautore partenopeo grida il suo desiderio di essere Peter Pan e, in quanto tale, di non essere sempre preso troppo sul serio. Come il ragazzo vola, chiede di non essere messo alle strette e, con lucidità e trasparenza, ammette di non avere risposte da elargire, buone per ogni occasione: guidare rivolte o salvaguardare il partito. Il futuro è realtà per la quale il desiderio da solo non basta. (continua…)