
PETER PAN — parte 2

LEOPARDI: DALL’INFINITO AL SABATO DEL VILLAGGIO
BIBLIOTECA BAGGIO: COME RENDERE AMICI LIBRI E RAGAZZI

“Dovere e leggere sono verbi che non dovrebbero mai fare coppia”. Così esordisce Giorgia La Licata, mentre mi fa accomodare al tavolo affacciato sul grande giardino, per la nostra chiacchierata-intervista. Giorgia è responsabile della biblioteca di Baggio da poco più di un anno e racconta quel mondo di libri con la vivacità di parole e immagini che si trova sulla facciata dell’edificio, completamente rivestito da scritte ispirazionali e murales colorati. “A un ragazzo direi: la lettura non sarà mai un obbligo, qui. Entra, vieni a vedere cosa c’è, come è lo spazio, chi siamo: vieni ad annusarci. Ti piace? Può essere un posto in cui trovarti bene? In cui stare? Questo è il primo passo su cui fondare la fiducia che permetterà, poi, di fare proposte culturali che possano essere accolte.” Giorgia, hai le idee chiare, ma come è iniziato il tuo percorso da bibliotecaria e come sei arrivata qui? “Il mio incontro con le biblioteche è stato abbastanza serendepico. Avevo 25 anni, lavoravo per una cooperativa sociale all’interno di un progetto di animazione della biblioteca di Opera e stavano cercando personale da mettere in biblioteca. Amavo i libri, stavo studiando lingue, non avevo questo percorso in mente, ma ho colto l’opportunità. I due anni di esperienza a Opera, invece, mi hanno appassionata. Per alcuni anni, ho lavorato in biblioteca tramite cooperativa, prima a Casarile e poi a Rozzano; nel frattempo, mi sono laureata. Al primo concorso del Comune di Milano per responsabili di biblioteca, ho avuto la fortuna di vincere — perché occorre studiare molto, ma anche incontrare vento propizio — e sono stata assegnata qui, a Baggio.” Sei diventa responsabile della biblioteca di Baggio nei primi mesi del 2021. La biblioteca era chiusa da quasi tre anni, per un importante intervento di ristrutturazione, prima, e poi, per il fermo di attività legato alla pandemia. A distanza di un anno, come descriveresti lo stato di salute della biblioteca? “Partendo dal generale, occorre dire che in Italia la salute delle biblioteche traballa. Il primo tasto dolente sono i tagli alla cultura che hanno fortemente inciso sulle progettualità. Poi, c’è un dato storico legato al poco uso delle biblioteche da parte degli Italiani che — si sa — non hanno nella lettura il loro forte, se comparati ad altri paesi. E, infine, esiste ancora il pregiudizio che la biblioteca sia il posto in cui entri solo se sei uno studioso per leggere in silenzio, mentre si sta trasformando da santuario di libri a luogo di cultura popolare, alla portata di tutti. Sta cambiando lo stesso concetto di cultura, che non è solo quello che trovi nei libri, ma diventa coinvolgimento: sono gli utenti che con i loro bisogni e la loro partecipazione creano il mondo biblioteca. Un primo segnale si è visto proprio nel periodo di pandemia.” Perché che cosa è successo in pandemia? “Per prima cosa, le biblioteche sono state ferme solo nel primo periodo di restrizioni totali, per il resto sono sempre state operative. Il sistema bibliotecario di Milano ha organizzato un servizio di consegna di libri a casa per le persone fragili che non potevano in alcun modo uscire di casa. È stato oneroso, ma nel momento di massima difficoltà, le biblioteche hanno sentito l’urgenza di essere presenti. E siamo stati presenti anche noi.” E per quanto riguarda la salute della biblioteca di Baggio? “È difficile segnare in modo preciso la dipendenza causa-effetti tra ristrutturazione e pandemia. Dal punto di vista della percezione della comunità, la biblioteca è sempre forte, pur essendo diminuite le presenze giornaliere. A Baggio è una istituzione radicata, tutti sanno che c’è e hanno ricordi di quando da ragazzi andavano in biblioteca. Ogni tanto passa qualcuno e dice ‘io qua da giovane ci studiavo, posso fare un giro a vedere?’ Questo dato affettivo e di riconoscimento c’è ed è importantissimo, è quello su cui fondare tutto il resto. Che la biblioteca riesca a raggiungere veramente delle persone che hanno bisogno e che hanno bisogni diversi è una cosa su cui stiamo lavorando attivamente, ma su questo lo stato di salute al momento non è ancora al meglio.” Stiamo, però, parlando di una situazione in evoluzione. Come immagini il futuro? “Io immagino una biblioteca che sia vissuta dalla sua comunità perché a ben guardare, la biblioteca è degli utenti, non dell’amministrazione, né dei bibliotecari. La biblioteca è di chi la usa e se chi la usa ha delle necessità diverse da quelle che erano state prese in considerazione prima, bisogna cambiare i servizi che si offrono. Oggi, il nostro impegno è tenere vivo il rapporto con l’utenza. Facciamo una newsletter, può sembrare uno strumento non originale, ma io ho voluto che fosse settimanale, in modo che i nostri utenti sappiano che cosa avviene da noi, che cosa si organizza e possano trovare il giusto spunto per partecipare. A tutti quelli che entrano in biblioteca viene proposta l’iscrizione alla newsletter. “ Quanto conta la comunicazione per voi? “Per noi è prioritaria per riuscire a raggiungere le persone. Io sono a disposizione sempre via mail o qui per incontri, per gli utenti che abbiano richieste o — cosa che accade e mi fa molto piacere — vogliano offrirsi per organizzare iniziative in e con la biblioteca. Le iniziative sono preziose, sono davvero cultura circolare. Siamo molto impegnati in questa direzione, anche se non è facile. Siamo in sette e siamo tra le biblioteche con l’orario più esteso del sistema bibliotecario della città: metà giornata lunedì e sabato e negli altri giorni dalle 9 alle 19 con orario continuato e ci stiamo impegnando in ogni modo per non ridurre l’orario di apertura. Grazie ai volontari e al padiglione che dovrebbe aprire presto qui a fianco potremo offrire una programmazione fuori orario. Anche rivolta al pubblico più giovane.” A proposito di giovani, che rapporto hanno con i libri e con la biblioteca? “Dalla mia esperienza, l’incontro con la biblioteca può avvenire anche da piccolissimi. È noto il progetto Nati per leggere che promuove l’incontro con la lettura fin dal primo vagito. In quel caso, si parla di genitori che leggono ai figli, ma anche di contatto con il libro, a partire dai libri tattili. E nei primi anni può avvenire anche l’incontro con le biblioteche, che spesso organizzano letture proprio per quelle fasce di età. Noi al momento abbiamo la sala ragazzi non attiva, quindi, siamo ancora limitati nell’offerta per i piccolissimi. Negli anni delle elementari, è la scuola a portare i bambini in gita alla biblioteca. In quell’occasione, organizziamo letture per loro e li tesseriamo, un gesto simbolico di cittadinanza nel mondo dei libri. Una gita, però, non basta, occorre che sia la famiglia ad abituare il bambino alla frequentazione della biblioteca. Se scatta la consuetudine, la fascia dei bambini è presente ed è molto bello vederli prendere e restituire libri, anzi, ai bambini bisogna dare ancora più attenzione perché stai crescendo degli utenti.” I piccoli possono essere guidati dalla famiglia, ma cosa accade quando crescono? “Nel periodo della scuola media, dell’adolescenza, i ragazzi scompaiono, salvo apparizioni rarissime per venire a prendere i libri che sono obbligati a leggere per la scuola. Scuola che, comunque, spesso al suo interno ha una biblioteca per gli studenti, quindi, non è detto che solo perché non lo si vede in biblioteca, un ragazzo non stia leggendo. Dobbiamo considerare che quella è una fase in cui il ragazzo sperimenta la vita, le emozioni e potrebbe non trovare nel libro la prima fonte di esperienza. Credo che, in quel caso, debba essere lasciato libero di non leggere, mentre potrebbe trovare nella biblioteca spazi dedicati, e allo stesso tempo protetti, in cui stare, passare il tempo, sentirsi accolto. I libri ci sono, sono a disposizione, ma senza imposizione: se non li vuoi, non sentirti sbagliato. I libri restano, invece, amici fedeli per quegli adolescenti che li cercano e qui la scelta è molto ampia. L’esperienza ci dice che saranno gli stessi ragazzi, alle superiori e all’università, a tornare ai libri. Dovere e leggere sono verbi che non stanno bene insieme, mentre mi piace pensare che leggere possa avere come sostantivo leggerezza. Noi siamo prossimi all’apertura della sala multifunzionale, in cui troveranno la loro dimensione sia i lettori piccoli piccoli sia gli adolescenti con il loro rapporto controverso con i libri, che possono venire a stare o fare progetti che proporremo per loro e arricchiranno l’offerta già esistente.” Avete programmi per ragazzi? “Sì, soprattutto per i bambini, letture e laboratori. Ha da poco preso il via Illustrissimo, una serie di laboratori artistici in cui si esplorano le tecniche diverse (collage, fumetto silent book) per raccontare storie. I laboratori modulati su fasce di età diverse, dai 6 ai 14 anni.” Quali sono i tre titoli che non possono mancare nello scaffale di un adolescente? “Oh boy di Marie — Aude Murail, breve, divertente e con tutta la forza delle relazioni. I libri per adolescenti dovrebbero leggerli anche gli adulti, i romanzi di formazione sono densi e, forse, una parte di noi non smette di aver bisogno di crescere. Il Piccolo principe, il libro che ti porti dentro e che nel corso degli anni ancora ti fa porre domande. Io, per esempio, alterno nel corso della vita momenti in cui sono d’accordo e non lo sono sul legame che unisce la rosa e il Piccolo Principe. E infine, un romanzo che ho amato, nei miei anni verdi, agile e capace di strappare una risata: L’uccello beffardo di Gerald Durrell. Ma allargando il podio, inserirei anche Calvino: Il Cavaliere inesistente, Il Visconte dimezzato e Il Barone rampante, sono irrinunciabili.” Ho avuto occasione di partecipare agli incontri della rete di collaborazione tra associazioni, che stai creando a Baggio. Ci racconti in cosa consiste? “Inizio dicendo che, appena arrivata, ho amato la dimensione di paese che ha Baggio, in cui le persone si vengono incontro. Ho riscontrato subito disponibilità nelle altre realtà del territorio, come le librerie, che sono punti di riferimento per la zona e con le quali ci appoggiamo vicendevolmente nelle iniziative organizzate. Questo è molto in sintonia con la mia idea di biblioteca che cerca il contatto con le persone, ma anche con le realtà e le associazioni culturali del territorio, per collaborare. Tre mesi fa sono stata contattata da Bookcity che mi ha raccontato della rete che erano riusciti a creare a Chiesa Rossa con la partecipazione della biblioteca locale e del desiderio di coinvolgere anche Baggio tra i quartieri per la biciclettata letteraria, in programma nel weekend del 18 e 19 giugno. Ho pensato che fosse l’occasione per dare concretezza alla mia idea di rete sul territorio. È importante, infatti, avere un primo obiettivo concreto che faccia da traino per vedersi, conoscersi e cominciare a mettere sul tavolo attività, altrimenti c’è il rischio di perdersi. Così, ho subito inviato una richiesta di partecipazione e la risposta è stata immediata e positiva.” Sì, infatti, abbiamo aderito anche noi della Piccioletta Barca. Credi che questa esperienza potrà crescere? “Mi ha fatto molto piacere la vostra pronta risposta, l’entusiasmo delle prime realtà che hanno aderito mi ha molto motivata in questa direzione. Comincio dicendo che ho trovato grande collaborazione nel Municipio sia per l’organizzazione sia per la disponibilità di informazioni, anche sui bandi, per esempio, e mi sembra molto buono fare arrivare alle associazioni anche questo tipo di comunicazioni e opportunità. La biblioteca può essere un ponte tra le realtà del territorio. Ci stiamo impegnando su tutti i nostri canali per comunicare l’esistenza di questa rete e renderla partecipata da tutte le associazioni e anche dai cittadini interessati a farsi coinvolgere nella vita del quartiere. Ci sono realtà impegnate in ambiti diversi e complementari, dal teatro alla musica, dal lavoro sulle fragilità alla sensibilizzazione sull’ambiente, all’educazione. Tengo molto, poi, alla partecipazione dei cittadini, proprio per mettere in circolo volontà, competenze e disponibilità. Gli appuntamenti sono mensili, una bella intensità di incontro che è stata chiesta proprio dai partecipanti e questa frequenza permette di mettere in comune idee, iniziative, opportunità di condividere appuntamenti. Questa cosa mi sembra molto positiva e ho fiducia che possa crescere, diventando un bene per tutta la comunità.” Curiosità sulla Biblioteca di Baggio Nella biblioteca sono custoditi: — 32.365 volumi di narrativa e saggistica per adulti e ragazzi — 5.309 dvd, cd, audiolibri Il volume da collezione: — Il Seicento milanese di C.A. Vianello, 1934, con la prefazione di Giovanni Gabiati (tiratura limitata e numerata) Gli utenti attivi (non solo iscritti, ma partecipanti) — 2066 totali — di cui 336 giovani e giovanissimi Biblioteca di Baggio, via Pistoia 10, Milano. Orari di apertura: lunedì, 14.30–19, da martedì a venerdì, 9 — 19, sabato, 10–14. Per contatti: 02.88465804