
VADO A SCUOLA, UN FILM PER RITROVARE LA STRADA

ESTATE A CACCIA DEI TESORI DI MILANO
FACCIAMO LA PACE!

La prima volta che sono andato in vacanza con La piccioletta barca è stato tre anni fa.
Ai tempi frequentavo la seconda media, ero ancora un ragazzino e mi aspettavo che fosse una semplice vacanza in compagnia di altri miei coetanei, come quelle che si organizzano negli oratori. E invece è stato molto diverso. Diverso perché ho avuto la possibilità di aprirmi di più, di farmi conoscere e di conoscere un pezzetto di tutti quanti, quel qualcosa che gli altri mi offrivano per farsi conoscere. È stato lì che mi sono affezionato veramente alla Piccioletta barca.
Questa ‘prima volta’ di Mattia in vacanza è coincisa anche con la prima vacanza in assoluto della Piccioletta barca, uscita dalla bufera del covid e, forse anche per questo, a quei giorni è legato un ricordo veramente magico, come accade ogni ‘prima volta’. Non era entusiasta Mattia di arrampicarsi sulle aspre montagne della Val d’Aosta e io, dovendo come sempre occuparmi della retrovia, sono dovuta ricorrere a un sacco di astuzie per agevolare la sua salita. L’ultima e più efficace è stata il bastone dell’amicizia, tradotto in onore del luogo “bâton d’amitié”, che, stretto a un’estremità da me e all’altra da lui, oltre ad avere legato Mattia e me fino alla meta, ci ha legati in una amicizia bella e affettuosa. Alla fine della vacanza, Mattia, partito schivo e riservato, è stato insignito del prestigioso Premio Simpatia 2021.
Adesso, tre anni più tardi, dopo gite di uno o due giorni, ho avuto la possibilità di ritornare alla vacanza ufficiale dell’Accademia. Anche questa volta, sono tornato a casa con qualcosa in più, e ho avuto modo, affiancando Lucia, Roberto e Beatrice, di dare qualcosa di mio a dei ragazzi non molto più piccoli di me per età, a dire il vero, ma certo per vissuto personale. È stato un dono per me il potermi staccare un po’ dalla monotona vita di ragazzo, impegnato con la scuola e con altri problemi che si hanno a questa età, per potermi dedicare ad altri, poter vedere con occhi un poco più maturi cosa significhi essere giovani e poter prendere qualcosa da ciascuno di loro.
Quest’anno i ragazzi invitati alla vacanza da undici sono diventati sedici, e i giorni da quattro sono diventati cinque: tanti, gli uni e gli altri, per noi tre, un po’ vecchietti (parlo per me) e affaticati dall’anno scolastico appena concluso. Ci è parso bello e utile chiedere a Mattia di accompagnarci, vestendo il ruolo di accompagnatore ufficiale e di moderatore nella chiassosa stanza dei maschi. Durante tutto l’anno, del resto, Mattia ha generosamente insegnato matematica ai bambini del Convivio, in quell’ottica di “restituzione ad altri” che, imparata alla scuola di Barbiana, è l’ambizione ultima e più preziosa della Piccioletta Barca.
Ho imparato quanto sia importante essere pazienti con i più piccoli, perché sono ancora ragazzini e spesso fanno cose che non andrebbero fatte. Quotidianamente sono chiamato a esercitare la mia pazienza nei confronti del mio fratellino, ma devo dire che in vacanza mi è riuscito meglio, un po’ perché loro erano più grandi, e certo perché ero ufficialmente chiamato a farlo. Ripensando ai loro modi esuberanti e pensando a quante cavolate abbia fatto io quando avevo la loro età, mi viene quasi da ridere.
È stato bello vedere ragazzi interessati specialmente a Dante, perché molto spesso per come ci viene insegnato a scuola, si arriva quasi a odiarlo e invece i miei compagni di vacanza riuscivano perfettamente ogni sera a seguire e a trattare, guidati dalla Commedia, un argomento complesso come la pace, andando oltre alla più basilare delle definizioni di “pace” ovvero la mancanza di conflitti in tutto il mondo.
Per il terzio anno consecutivo, Dante è stato nostro compagno di viaggio, tour leader direi: lo portiamo con noi e gli chiediamo di parlarci del tema principe della vacanza: quest’anno la pace.
Terminate le attività giornaliere, dopo il tempo del riposo, della doccia, della telefonatina a casa e prima della cena, ci riuniamo in cerchio e leggiamo la Commedia: i ragazzi sanno che nei cento canti c’è tutto lo scibile, l’immaginabile e anche l’inimmaginabile umano e stanno lentamente imparando a muoversi con noi in modo duttile fra le cantiche, esplorandone luoghi poco noti e certo esclusi dalle rotte scolastiche. La pace è un tema fondamentale dell’opera di Dante: abbiamo parlato di pace “laica”, quindi politica e sociale, guidati dall’aquila imperiale e da Cacciaguida e di pace “religiosa”, pace eterna, ultima, pace in Dio, la quale però è anticipata e anticipabile nell’esperienza terrena di ogni uomo dalla pace che viene dal perdono, dalla pace che viene dalla povertà e la rinuncia ai beni materiali e dalla pace dell’intelletto, alla quale abbiamo dedicato grande e fecondo rilievo.
Nella vacanza, si sono alternati tanti momenti tutti diversi: visite a luoghi artistici, momenti di grande gioco, momenti di scuola travestiti da gare a squadre, momenti di serietà e in certi casi anche di malinconia. Le vicende tragiche accadute a Monte Sole durante la Seconda guerra mondiale sono state terribili e ancora oggi, a settantanove anni dall’accaduto, è fondamentale parlarne. Dopo aver ascoltato una piccola parte di ciò che l’uomo è capace di fare, io personalmente ho cambiato molte delle idee che avevo su cosa significhino guerra e pace. Mi sono posto molte domande su come un uomo possa arrivare a rinchiudere centinaia bambini e donne innocenti, che non hanno fatto nulla di sbagliato e lanciare loro addosso delle bombe. Ancora adesso non trovo risposte plausibili o che giustifichino anche in minima parte il gesto, e ciò che spero di più è che anche gli altri ragazzi, sebbene ancora giovani, si siano posti delle domande e abbiano avuto la capacità di ragionarci un po’, o almeno che da ciò abbiano tratto qualcosa e non si siano lasciati scivolare tutto addosso, come spesso si fa studiando la storia a scuola.
Da due anni viviamo sotto i bombardamenti, reali e mediatici,e ci è parsa opportuna una riflessione profonda e intelligente sulla pace, per non farne la parola vacua che abita sulla bocca di tutti. Geniale e felice l’intuizione di Roberto di rivolgerci alla Scuola di pace di Monte Sole. Colline splendenti di verde, declivi morbidi pieni di fiori, casette sparse qua e là nel silenzio assoluto, Monte Sole è stato teatro del più efferato eccidio di civili dell’Europa occidentale: settecento settantasei vittime innocenti brutalmente freddate dalla follia nazi-fascista fra il 29 settembre e il 4 ottobre del 1944. La si conosce come “strage di Marzabotto”, ma a scuola, come dice Mattia, non sempre la Storia si studia come si dovrebbe e per questo scivola sui ragazzi; perché Marzabotto è solo il centro abitato più grande della zona, quello che poi ha ospitato il sacrario e le manifestazioni di una memoria che ha persino raddoppiato – e ancora si rifiuta di correggere! – il numero dei morti, caso mai settecento settantasei fossero troppo pochi e facessero poca notizia!
Con piacere abbiamo affidato il racconto dei luoghi e degli eventi agli operatori di questa bellissima associazione, che da vent’anni lavora alla costruzione di percorsi di pace unendo popoli storicamente nemici e guidandoli in potenti percorsi di giustizia riparativa.
Abbiamo passato un giorno intero con Stefano che, con un tono pacato e dolce, è stato capace di raccontare e fare riflettere i ragazzi sui meccanismi più atroci dell’animo e della mente umana, sul non senso della guerra, sulla banalità del male: non un filo di teatralità né di retorica: il suo invito finale è stato di rispettare quei luoghi ma di riempirli di allegria, di gioco e di amicizia per restituire loro la vita felice, così barbaramente spezzata.
Il giorno dopo, il discorso è stato ripreso da Padre Paolo, priore della fraternità fondata da Giuseppe Dossetti, partigiano, politico e Padre costituente, come presenza di riflessione, preghiera, e silenzio, potente contributo spirituale che si aggiunge a quello delle istituzioni civili, pubbliche e private a favore della pace. Sono certa che anche Padre Paolo ha fatto breccia nel cuore dei ragazzi: in Piccioletta barca abbiamo fatto la Pace, quella vera! Grazie Mattia, grazie ragazzi perché avete capito…